
È possibile immaginare i luoghi di cura come centri creativi? È possibile immaginare la dimensione creativa come parte integrante degli stessi luoghi di cura? Il teatro, o le arti performative, possono arricchirsi di questa dimensione “altra”?Queste sono le domande da cui siamo partiti, ereditando la visione dei nostri Basaglia, Tommasini e Scabia e schiacciando l’occhio a centri di ricerca artistica che, ad esempio in Francia, hanno trasformato strutture psichiatriche in luoghi di incontro e ricerca.
A partire da marzo alcune compagnie saranno ospitate, in residenze artistiche di tre giorni, nelle strutture trattamentali Primo Maggio di Colorno e F. Santi di Parma.
Insieme a noi ci saranno Teatro Medico Ipnotico, Teatro Selvatico, Hombre Collettivo.
Con lo sguardo fotografico di Giorgio Salimeni e Elena Musarò.
Lavoreremo a progetti artistici già in essere e a laboratori che oltre a coinvolgere i residenti delle strutture trattamentali e i relativi operatori apriranno dei ponti con i territori circostanti. Ad affiancarci in questo viaggio anche lo sguardo attento di Lorenzo Donati.
Un sentito grazie al Dipartimento di Salute Mentale di Parma che ha accolto con attenzione e cura questo primo seme.
Illustrazione e grafica di Laura Casali